Nel descrivere l’edificio, i progettisti citano San Francisco e la California: in precollina manca l’oceano, ma le strade ripide e le casette unifamiliari giustificano il paragone.
Da qui una costruzione dall’immaginario originale, una sorta di casa su palafitta, omaggio all’architettura “decostruttivista” americana — alla Frank Gehry, per intendersi. Al posto di un parcheggio in via Lomellina sorge così un gioco luminoso di incastri fra listelli di legno grezzo, cemento a vista e vetro.
Aperture e dislivelli, verde pensile e sporgenze danno il ritmo alle facciate, che si incontrano in una distintiva loggia d’angolo. Gli spazi comuni e il giardino interno, raggiungibile tramite una serie di oculi, invitano a un nuovo senso di comunità da vivere ai piedi del verde torinese.