Ultimo piano, la soprelevazione anni ’50 di un edificio anni ’30. Il progetto di ristrutturazione immagina uno spazio fluido unico, permeato dalla luce naturale. La vista si apre sulla Mole, le cupole disegnate da Guarini, la Torre Littoria, e poi Superga, la collina e le montagne.
L’appartamento è di fatto un’accogliente scatola di cemento, un nido appunto, in cui le geometrie di tre superfici bianche segnano le diverse aree. I materiali si mostrano nella loro purezza: cemento, ferro naturale, legno piallato a mano.